Anche questa volta, quello che può suonare come una rivoluzione tanto attesa, deve fare i conti con la realtà: le indicazioni sono molto stringenti (lesioni cartilaginee lievi o moderate appunto), i pazienti devo essere selezionati (i giovani rispondono meglio di quelli più anziani, l’eccesso di peso può rendere meno valido il risultato etc) e quindi la profonda conoscenza delle possibilità e dei limiti del trattamento è fondamentale per non alimentare false speranze ai nostri pazienti.
Scaffold biomimetici: si tratta di sistemi in grado di fare da “impalcatura” per la ricostituzione di aree profondamente danneggiate della cartilagine, ma di estensione limitata e non inscritta in un quadro degenerativo più vasto (osteocondrite dissecante, osteocondronecrosi etc). Questi sistemi artificiali si impiantano con un approccio mini- open e offrono agli elementi cellulari del sangue la possibilità di creare una riparazione biologica del danno cartilagineo, ancorché profondo, fungendo da sostegno alle fasi iniziali di rigenerazione. Dal punto di vista pratico assomigliano ad una sorta di “spugnetta” composta da due strati: quello profondo che mima la struttura ossea e quello superficiale che mima quella cartilaginea. Applicate nella lesione, appositamente preparata ad accogliere lo scaffold, offrono la possibilità di ricreare la normale interfaccia osso-cartilagine senza dover ricorrere ad una sostituzione protesica. Il post-operatorio in questi casi è piuttosto lungo, con un divieto di carico di diverse settimane ed un ritorno alla vita piena dopo 9 – 12 mesi. E purtroppo anche questo è un sistema che, affidando la guarigione alla sola biologia del paziente, ha risultati molto variabili da paziente a paziente, entrando in gioco molteplici fattori, come la capacità intrinseca dell’organismo alla guarigione, malattie concomitanti, uso di alcuni farmaci, peso del paziente, sede della lesione etc.
Ha una indicazione estremamente ristretta, ma se usato correttamente può davvero fare la differenza tra avere il proprio ginocchio ed avere un ginocchio protesizzato.